Val Taleggio 22 febbraio 2019
Mapping per la promozione turistica dei luoghi della memoria in Valle Taleggio di Alice Traina

la Valle Taleggio è ricca di testimonianze del passato, oltre ai nuovi agglomerati di case che sono sorti nei centri delle frazioni, ai margini vi sono innumerevoli luoghi, molto spesso sconosciuti al turista, che rappresentano le radici della comunità locale. Ciò costituisce il deposito, il lascito, l’eredità, per i propri discendenti di generazioni e generazioni di valtaleggini che sono state le migliori custodi del territorio e rappresenta il fascino composito della Valle, che spesso è conosciuta solo per i suoi spazi verdi e per la sua antica attività casearia. Anche la Valle Taleggio, come gran parte del mondo abitato, non è un ambiente naturale allo stato puro ma è un territorio antropizzato, cioè segnato dalla presenza dell’uomo. Per questo se oggi la Valle viene denominata “Piccola Svizzera bergamasca” sicuramente è merito della composizione geologica e chimica, della presenza di acque che l’hanno scavata e modellata e che hanno favorito la presenza di specie vegetali: un bouquet vario che va dall’umile erba, al piccolo fiore, al grande albero di faggio. Ma se il territorio è così ricco, soprattutto di memorie, molto si deve anche all’uomo, alla sua presenza, al suo lavoro secolare, alle sue tradizioni, ai valori e ai saperi. Senza gli atti territorializzanti, infatti, non si avrebbero sentieri, mulattiere, santelle, lavatoi, ponti, roccoli, dimore e chiese che rappresentano gli attuali iconemi del paesaggio. Tutto questo, però, sta correndo seri rischi di impoverimento e di perdita. Il tramonto di un modello secolare di organizzazione di vita che si è accentuato dal secondo dopoguerra, l’inurbamento, il boom economico, l’abbandono della montagna e delle aree marginali lasciate per qualche momento all’illusione dei benefici del turismo di massa e delle seconde case e alla cancellazione dei propri elementi caratterizzanti, hanno portato a un progressivo forte degrado, mettendo a rischio, con la cultura che l’ha generato, tanta parte del patrimonio materiale e immateriale ereditato. Che è invece il bene più prezioso e che necessita di uno sforzo di salvaguardia intelligente e sensibile da parte di tutti.

Per questo l’elaborato propone di considerare questo patrimonio materiale e culturale, che ormai ha perso la propria funzionalità, come una potenziale meta turistica atta a innescare una rigenerazione territoriale tramite il coinvolgimento degli attori locali, “capaci di progettare e promuovere il proprio sviluppo” . Soprattutto oggi che la Valle è rinomata e conosciuta prevalentemente come meta enogastronomica per gli amanti del Taleggio e dello Strachìtunt, i luoghi della memoria sembrano perdere il loro valore. È  necessario, quindi, valorizzare e tutelare questi luoghi attribuendoli nuove funzioni che consentano di adattarli alle nuove esigenze della modernità. Già l’Ecomuseo Valtaleggio, attivo da ormai undici anni sul territorio, ha intrapreso questo sfida ristrutturando alcune baite tipiche, come la Baita e Breakfast inaugurata nel 2009. Una struttura ricettiva che mostra le principali caratteristiche tipologiche delle dimore rurali utilizzate in passato per l’alpeggio: la struttura portante del tetto in travi di legno per sopportare l’enorme peso delle pio?de utilizzate per la copertura; le falde molto pendenti e la porta del fienile a “T” per consentire il passaggio degli uomini con la gerla in spalla, ma non degli animali. Tuttavia per rendere più accogliente la struttura, oltre al mantenimento dei tratti peculiari delle dimore antiche, è stata creata una zona benessere con sauna a raggi infrarossi, atta a soddisfare le nuove richieste turistiche.

Il turista che giunge in Valle Taleggio ha la possibilità, quindi, di avvicinarsi a un turismo del tutto innovativo chiamato slow tourism. Discostandosi dal turismo di massa, dalla logica “mordi e fuggi” delle grandi città, questa nuova strategia turistica, atta a promuovere soprattutto i luoghi delle aree montane, tende al recupero e alla valorizzazione delle tipicità locali. Per questo si adatta perfettamente alla realtà valtaleggina ancora poco conosciuta per i suoi luoghi storici che nascondono un importante potenziale per il rilancio del territorio. Il turista slow, infatti, per essere definito tale, deve riappropriarsi del tempo, creando un legame armonioso con i luoghi visitati escludendo i ritmi frenetici della quotidianità e addentrarsi completamente nel territorio per comprendere il senso del luogo. È necessario, dunque, offrire al turista la possibilità di avvicinarsi alla comunità locale affinché la propria esperienza non diventi artificiosa, ma risulti fortemente connessa con la cultura e l’identità territoriale, in grado di generare emozioni di forte impatto. L’obiettivo è quello di promuovere e sviluppare un turismo sostenibile strettamente legato alla lentezza e alla tutela delle risorse locali, che “manifesta il desiderio di un coinvolgimento in esse e non solo, meramente, del loro consumo” . I luoghi non restano delle semplici mete turistiche, ma vanno assaporati, conosciuti, assimilati, ma più in generale vissuti e allo stesso tempo tutelati in quanto patrimonio di inestimabile valore; ricchezza da salvaguardare per scoprire il proprio passato e creare il proprio futuro.

L’idea che sottende questa nuova forma turistica è quella di riportare in auge quei luoghi ancora poco conosciuti e molto spesso sottovalutati, dove le risorse naturali e culturali possono essere scoperte e riscoperte per la promozione turistica della Valle Taleggio. A tal proposito nel seguente elaborato, vista la potenza attuale del web come canale per l’intermediazione turistica, si propone una mappatura multimediale, facilmente consultabile sulla piattaforma Google My Maps, mediante la quale è anche possibile scaricare il file KML per aprire la mappatura su Google Earth o in un’altra applicazione compatibile in formato 3D. È stato inoltre creato un QR Code in modo che inquadrando il codice a barre con il proprio smartphone o tablet, il rimando al sito web è diretto ed immediato. I possessori di un sistema operativo iOS possono aprire la fotocamera e inquadrare il codice, mentre per i dispositivi Android è necessaria un’apposita applicazione.

 

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